In busta paga alcune voci possono risultare mancanti: in questo articolo scopriremo quali sono e cosa occorre fare in questi casi.
I lavoratori che si vedono recapitare una busta paga con voci errate, possono rivolgersi a sindacati e avvocati per avviare una contestazione o richiedere semplicemente la correzione all’errore. Se ti è capitato di riscontrare delle inesattezze in busta paga, in questo articolo ti segnaleremo quali sono gli errori più comuni su presenze, ferie e permessi.
Come abbiamo detto, è facoltà dei lavoratori dipendenti che riscontrano errori in busta paga segnalare l’errore al proprio datore di lavoro. Nei casi più gravi, come nel caso in cui il dipendente ritenga che l’errore sia stato volontario, egli ha la facoltà di rivolgersi ad un avvocato, a un Consulente del Lavoro o ai sindacati per valutare di intraprendere una contestazione e una serie di azioni legali per rivendicare le somme contestate.
A seconda del tipo di errore riscontrato, il dipendente può contestare la busta paga entro 5 o 10 anni. Per quanto riguarda la mancata fruizione delle ferie, il diritto di contestazione vale per 10 anni. Attenzione: questi tempi di prescrizione iniziano non dal momento dell’emissione della busta paga, bensì dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Le sanzioni per una busta paga errata
La legge prevede multe per il datore di lavoro in tre circostanze: nel caso in cui l’errore non è materiale, ma compiuto volontariamente dal datore di lavoro; se le ore pagate sono differenti da quelle effettivamente lavorate, oppure se la busta paga non contiene le indennità previste dal CCNL. In questi casi le sanzioni al datore di lavoro possono variare a seconda del numero di dipendenti e dai periodi di omissione.
Si va da una sanzione da 150 a 1.500 euro a dipendente, oppure da 500 a 3.000 euro nel caso in cui la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori o a un periodo superiore a sei mesi e da 1000 a 6.000 euro, se la violazione riguarda più di dieci lavoratori o per un periodo superiore a dodici mesi. Per esaminare invece i principali errori riferiti alle presenze dei dipendenti, occorre considerare il calendario presenze.
Il calendario presenze riporta informazioni quali il numero di ore lavorate, gli straordinari, le assenze dal lavoro (retribuite e non), le ferie e i permessi e i riposi settimanali. Per ridurre al minimo gli errori è necessario indicare le presenze e assenze con causali apposite e univoche; controllare che i dipendenti segnino le presenze e le assenze di ogni giorno e adottare un software con i fogli presenze per organizzare i dati.
Infine ricordiamo che è possibile correggere la busta paga entro il giorno 16 del mese successivo a quello a cui si riferisce la busta paga, prima di versare gli F24. Quindi, ad esempio, se il cedolino è di febbraio 2024, si ha tempo fino al 16 marzo 2024 per intervenire. Oltre a rispettare questa scadenza, occorrerà fare un conguaglio nella busta paga successiva, con il riconoscimento delle voci omesse o errati.