Dopo aver deciso di abbandonare il piccolo schermo, chef Rubio ha fatto parlare di sé soprattutto per i “guai” giudiziari. Gli ultimi aggiornamenti sullo chef italiano più irriverente.
Non è uno che le manda a dire chef Rubio al secolo Gabriele Rubini, ex rugbista romano formatosi alla scuola di Gualtiero Marchesi. E che fosse uno senza peli sulla lingua lo aveva capito fin dal 2013 quando ha debuttato in televisione con il programma Unti e bisunti, nel quale mostrava il lato “sporco” della cucina.
Il successo in quegli anni è stato anche abbastanza discreto, poi nel 2019 il rapporto lavorativo con Discovery -per la quale ha condotto anche Camionisti in trattoria– termina perché lo chef non si sentiva “più libero nella conduzione dei programmi”, come ha poi spiegato in seguito.
Da allora ha cominciato a dedicarsi ad una missione culinaria diversa, quella umanitaria. Nel 2019 si imbarca, insieme a Richard Gere tra gli altri, sulla nave Open Arms che soccorre i migranti al largo del Mediterraneo; poi parte per Gaza -causa che gli sta particolarmente a cuore- si reca a Cordova in Argentina per un progetto umanitario che lo vede diventare cuoco nelle mense dei poveri.
Ha insomma lasciato i riflettori, la tv e gli sponsor che in quegli anni ero riuscito a coinvolgere nei suoi programmi -tra cui la Peroni una delle più note birre italiane- per prendere un’altra strada, che ha determinato anche un maggiore schieramento ideologico e che, in alcune occasione, lo ha portato anche in tribunale.
Rubio, nuovi guai per lo chef ora indagato per istigazione all’odio
Come si accennava prima, la causa palestinese è quella che sta particolarmente a cuore allo chef e che lo impegna da più tempo. Un impegno che lo ha portato nella Striscia, ma non manca di sottolineare anche in altre occasioni come nel progetto argentino dove si mostrò con maglia in cui si riproduceva la bandiera palestinese e che, come accusò lo stesso Rubini, furono censurate dalla Farnesina.
Qualche mese fa poi, a seguito dell’invasione israeliana a Gaza, Rubio era stato denunciato dalla senatrice Liliana Segre accusata dallo chef di “silenzio sistematico” sulla “pulizia etnica” condotta dallo stato sionista ai danni del popolo palestinese. A gennaio, è stato poi fermato dalla polizia a Roma nell’ambito di una manifestazione pro-Palestina per essere stato trovato in possesso di 5 litri di sangue di maiale. Nell’idea dei manifestanti doveva servire per imbrattare la facciata del Ministero degli Esteri. Ora arriva una nuova tegola giudiziaria.
Chef Rubio e il Professor Orsini indagati per istigazione all’odio raziale
La notizia che circola da qualche giorno segna nuovi guai per chef Rubio e non solo. Per lui e per Alessandro Orsini la Procura ha aperto un’indagine per istigazione all’odio raziale e diffamazione a seguito dei tweet e commenti social pubblicati dopo l’attacco israeliano in Palestina.
Le denunce sono state presentate lo scorso 24 gennaio dal rappresentante legale della comunità ebraica romana e hanno portato a questa nuova indagine. Tra le richieste c’è anche quella di chiudere gli account social dei due.