WhatsApp ha rivoluzionato il modo di comunicare via telefono portatile, ma presenta anche qualche criticità sul versante della privacy: ecco come aggirare il problema.
Ormai tutti o quasi utilizziamo ogni giorno WhatsApp: per inviare messaggi scritti, per telefonare, per aggiornare il nostro “stato” postando foto, video e pensieri in libertà. Tutta questa comodità praticamente a costo zero (basta connettersi a Internet e il gioco è fatto) ha però un prezzo potenzialmente molto alto in termini di privacy e difesa di dati personali e/o “sensibili” da mani e occhi indiscreti. E non tutti ne sono pienamente consapevoli.
In buona sostanza, basta entrare in possesso del numero di cellulare di chiunque (emeriti sconosciuti compresi) per infiltrarsi letteralmente nella sua vita, spulciando immagini e testi, controllando gli orari di connessione e tutta una serie di altre informazioni. A meno che l’utente non decida di attivare un’apposita funzione per capire se c’è qualcuno che lo “sorveglia” e liberarsene. Vediamo insieme come.
La tattica perfetta per difendere la privacy su WhatsApp
In realtà sul web circolano diverse app che promettono di scovare eventuali spie sul social verde, ma c’è una sola tecnica veramente efficace per risolvere una volta per tutte il problema. Basta aguzzare un po’ l’ingegno e il risultato è assicurato. La parola chiave è “stato”, lo strumento di WhatsApp che, come accennato, consente all’utente di far sapere (e vedere) al mondo quel che vuole. Leggete e prendete nota.
Non tutti sanno che lo strumento di WhatsApp per aggiornare lo “stato” consente anche di conoscere i nomi di chi ha visualizzato l’immagine postata e l’ora in cui lo ha fatto. Basta accedere all’applicazione, andare appunto alla sezione “stato”, cliccare su “Il mio Stato” e successivamente toccare il simbolo dell’occhio per scoprire chi ha visualizzato cosa. Su WhatsApp i “furbetti” che vorrebbero passare inosservati possono essere facilmente smascherati, visto che il profilo dell’app è necessariamente associato a un numero.
Morale della favola: WhatsApp ci permette, per vie traverse, di risalire allo “spione” di turno che ficca il naso nelle nostre immagini. Oltre a darci la possibilità, intervenendo sulle Impostazioni, di “blindare” al massimo il nostro profilo. Basta fare un tentativo: aggiornare costantemente il nostro “stato” e tenere traccia dei nostri seguaci. Dopo di che, a mali estremi, estremi rimedi: un numero “bloccato” sarà fuori una volta per tutte dalla nostra vita.