Per ottenere la NASPI è necessario adottare un passaggio fondamentale o si rischia di perdere l’assegno di disoccupazione.
Il sostegno economico viene erogato ai lavoratori che hanno perso il loro lavoro, quindi riguarda coloro che hanno una perdita involontaria, che sono quindi stati licenziati. Valgono anche le dimissioni per giusta causa mentre, per le altre condizioni, non è attuabile la richiesta di sussidio.
Questo beneficio si può ottenere con una procedura apposita che bisogna fare dal punto di vista burocratico per inviare tutta la documentazione utile e quindi dare seguito al pagamento. Le opzioni dei cittadini sono due, farlo in autonomia o avvalersi di un consulente presso CAF e Patronati.
Procedere in autonomia è sicuramente l’opzione più veloce ma bisogna comunque capire bene cosa fare altrimenti con ritardi e omissioni si rischia di fare un pasticcio. Molto spesso succede che, successivamente alla domanda, gli utenti ricevano un’indicazione da parte dell’INPS in cui si fa presente che manca un documento tra quelli presentati. A questo punto chiaramente si genera confusione perché i cittadini non riescono a capire cosa fare, il tempo passa, la domanda è sospesa e i fondi non vengono erogati.
Quando si procede all’invio dopo dimissioni per giusta casa, è importante fare attenzione al modulo di domanda. Questo vuol dire che bisogna comprovare la giusta causa altrimenti potrebbero non esserci gli estremi per procedere. Si intende giusta causa un motivo improrogabile che ha spinto il lavoratore a lasciare il suo lavoro come una sede dislocata a più di 50 km dalla residenza, un trasferimento di sede o condizioni di questo tipo.
Il modello Naspi-Com deve quindi essere utilizzato con tutta la modulistica fondamentale per quel dato caso, non solo quella generale altrimenti il sistema non si sblocca e i soldi non si ricevono. C’è differenza tra la procedura digitale e standard, questa è un’altra variazione da considerare. Ovviamente poiché si tratta di una procedura che viene determinata da vari step è anche utile valutare l’ipotesi di farsi aiutare da uno specialista in materia che possa ovviare al problema.
Il rischio altrimenti è estendere tantissimo i tempi, non allegare documenti corretti e quindi poi avere severi ritardi sull’erogazione. Chi si trova nella condizione di restare senza stipendio ovviamente ha bisogno che l’intervento sia tempestivo, non può attendere mesi prima di vedere un riscontro. Questo vale sia per la domanda che per ulteriori variazioni successive alla stessa, pena il blocco dell’erogazione in corso d’opera.
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