La UE con il Regolamento 505/2014 dell’Unione, pubblicato lo scorso 15 maggio, autorizza l'aggiunta di colorante caramello nelle cosiddette "bevande a base di malto", ovvero bevande che sembrano birra ma che in realtà non lo sono. Una bevanda a base di malto contiene un massimo del 6%, una vera birra minimo il 20%. Quindi da oggi chiunque potrà inserire caramello a volontà per produrre un "qualcosa" che potrà poi spacciare per birra.
A tutti gli effetti questo sembra proprio un modo legale per ingannare i consumatori, usando il colorante E 150 a-d (caramello) per sopperire al colore della "birra" troppo pallido a causa del basso contenuto di malto. La stessa Coldiretti dichiara in merito: "il Regolamento 505/2014 dell’Unione, pubblicato lo scorso 15 maggio, apparentemente sembra una mera autorizzazione di additivi. Ma nei fatti, è un atto normativo in grado di falsare ancora di più la concorrenza tra imprese oneste e meno oneste, e anche ingannare i consumatori – sottolineando – che magari si aspettano una doppio malto, dal colore scuro, e invece si trovano…davanti ad una bevanda a base di malto, rettificata con caramello per donarle migliore aspetto".
Già nel 1961 l'Italia proibiva l'uso di coloranti per succhi di frutta con contenuto effettivo di frutta del 12%, ma nel 2008 la UE con una legge comunitaria concedeva più possibilità a chi voleva usare additivi e coloranti. Inutile dire che da allora molti ne hanno approfittato per inserire additivi, che ricordiamo nel lungo termine possono provocare gravi danni all'organismo, nelle bevande.
Questa, a dirla tutta, sembra un vero e proprio schiaffo in faccia a tutte le aziende che usano solo prodotti naturali per produrre autentiche bevande. Primi fra tutti, i birrifici artigianali.