Non bastava la crisi economica a far calare i consumi, adesso ci si mettono anche le tasse: a Gennaio 2015 è previsto un aumento dell'accisa sulla birra, il terzo che si andrebbe a d aggiungere ai due precedenti, rendendo la birra sempre più cara.
Per non parlare della conseguente perdita di posti di lavoro, secondo il presidente di AssoBirra, Alberto Frausin:"Se passa a gennaio metterà in bilico altri 1200 posti di lavoro nei settori industria alimentare, agricoltura, distribuzione, bar e ristoranti, dopo i 1200 posti già bruciati con i primi due aumenti, per un totale di 2400 occupati in meno", e continua con un appello:"Chiediamo al governo di cancellare l'aumento di gennaio per salvare 1.200 posti di lavoro".
Inoltre ci ricorda le conseguenze in caso di aumento della tassa:"La birra è l'unica bevanda da pasto gravata da accise, ma questa anomalia non porta nessun vantaggio al Sistema-Paese per l'effetto depressivo sull'occupazione e sui consumi. Già oggi quasi un sorso su tre va al fisco, tra accisa e Iva, per un valore di 70 centesimi per una birra che costa 1,80 euro. E mentre Paesi concorrenti come Olanda e Danimarca stanno abbassando le accise, noi produttori italiani che stiamo consolidando un export di 2 milioni di ettolitri l'anno rischiamo di incentivare solo l'import di birre low cost e da discount, dalla Germania in particolare".
Un ulteriore aumento sembra effettivamente troppo, visto e considerato che più di un terzo dei ricavi da una birra è speso in tasse. Uno studio REF ha evindenziato che una tassa da 10 centesimi al litro porterà a un aumento del prezzo medio di circa il 2%, con punte del 7% nella Gdo, facendo calare i consumi del 5%:"L'introito stimato dall'aumento della fiscalità è di 177 milioni di euro, ma la contrazione conseguente su Pil (stimata a 130 milioni) e consumi ridurrebbe l'introito reale sul bilancio dello Stato a 68 milioni".
Insomma ci rimettono tutti: produttori, gente in cerca di occupazione, consumatori e lo Stato stesso. Ecco perché il sito "Salvalatuabirra.it" ha iniziato una petizione per fermare il suddetto aumento che ad oggi conta più di 100.000 firme, comprese quelle di noti chef, sommelier e anche quella di Renzo Arbore, grande amante della birra. Come lo stesso sito ci fa notare:"Se le accise in Italia fossero pari a quelle di Spagna e Germania il settore potrebbe creare 5.000 posti di lavoro".
A questo punto viene da chiedersi: vale davvero la pena di introdurre un'altra tassa?