di Massimo Prandi
In Italia il commercio della birra di importazione (da Francia, Germania ed Inghilterra) si sviluppò in modo consistente nel corso dell'ultimo decennio del Settecento ed il Piemonte, grazie all'influsso delle culture del centro Europa , risentì in modo particolare di questa nuova "moda" di consumo. Per tutto il 1800, però, l'apprezzamento della birra fu limitato alle fasce di popolazione più benestanti, mentre non trovò diffusione in sostituzione del vino.
Considerando la crescita del mercato, seppur con volumi ancora limitati, nel 1845 Giacomo Bosio costruì il primo birrificio in Piemonte ed in Italia: si trattava non di un semplice laboratorio, ma di una vera e propria fabbrica, ispirata ai grandi impianti tecnologici della Germania.
L'impianto produttivo nacque lungo il torrente artificiale "Canale di Torino", che forniva acqua pura per la birra, ma anche energia a basso costo.
Successivamente alla prima brasseria, diventata Bosio & Caratsch, a poca distanza nel medesimo borgo industriale torinese nacque la Metzger e nella oggi centralissima Via Vittorio Emanuele II fu fondato il birrificio Boringhieri.
Le produzioni dei tre stabilimenti, spinte da un buon trend di mercato e dalle esigenze dei raffinati consumatori, privilegiarono produzioni di qualità ed una politica industriale innovativa, tanto da essere premiate con la medaglia d'oro all'Esposizione dell'Industria Italiana, svoltasi a Torino nel 1898.
Altre realtà produttive più piccole, ma sempre a carattere industriale furono la Menabrea di Biella e la Metzger di Asti, ma si diffusero anche piccoli laboratori artigianali specializzati nella produzione di birra o bevande "simili" alla stessa, anche con aggiunta di alcol derivato da distillazione.
Con l'approssimarsi del Novecento, la birra divenne una bevanda più popolare, anche grazie anche ad una notevole diminuzione dei prezzi. All'aumento della domanda crebbero importazioni e produzione locale, grazie alla costante nascita di piccoli birrifici.
A partire dagli anni Trenta, il regime dell'autarchia, che impediva l'importazione di birra dall'estero, favorì un nuovo rilancio industriale dei birrifici più grandi, mentre una battuta d'arresto delle produzioni si verificò con la seconda guerra mondiale, anche a causa di una limitazione degli approvvigionamenti delle materie prime.
Dal dopoguerra ad oggi, la storia della birra piemontese ci è nota e ben più famigliare: grandi multinazionali, alcuni marchi italiani nelle mani di industrie straniere…e tanti microbirrifici, alcuni celeberrimi a livello internazionale, nell'ultimo decennio!