L'anno scorso la Anheuser-Busch, società proprietaria del marchio Budweiser, aveva fatto causa ad un birrificio di Greensboro, North Carolina, per via del suo nome: Natty Greene's. Il birrificio prende il nome da Nathaniel Greene, generale della guerra d'Indipendenza molto legato alla città di Greensboro. A-B aveva contestato la registrazione del nome del birrificio e della loro birra Natty Greene’s Red Nose Winter Ale poiché erano troppo simili al marchio Natural Light, detto anche Natty Light, e ad altri marchi usati dalla compagnia per reclamizzare le loro birre light. La vicenda si è conclusa venerdì con la ritira della denuncia da parte di A-B, anche se ancora non si sanno le motivazioni ufficiali e la stessa compagnia non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Grande soddisfazione per il microbirrificio che adesso potrà utilizzare il suo nome. Molti vedono in questa vicenda un tentativo di riconciliazione tra la Budweiser e il mondo della birra artigianale, visto che dopo il loro spot trasmesso durante il Superbowl, la compagnia venne attaccata duramente non solo dai birrifici artigianali ma anche da tutti i bevitori di birra artigianale che contestarono duramente lo spot. Voglio ricordare che già da qualche mese le vendite di birra artigianale negli Usa sono superiori a quelle della Budweiser, la prima birra industriale del paese. Inoltre il colosso è stato più volte accusato di ipocrisia, in quanto nello spot critica i birrifici artigianali ma poi ne ha acquistato un gran numero.
Al congresso è stata anche reintrodotta il Small BREW (Brewer Reinvestment and Expanding Workforce) Act, agevolazione fiscale per i microbirrifici alla quale i grandi produttori hanno risposto con una nuova versione del Fair BEER (Brewers Excise and Economic Relief) Act.
Consideriamo anche che non è la prima volta che una cosa del genere succede, infatti poco tempo fa c'era stata una breve schermaglia legale durata pochi giorni tra il birrificio Lagunitas e Sierra Nevada per via di una presunta eccessiva somiglianza tra le due parole IPA contenute nelle loro etichette. Insomma la situazione tra i grandi produttori e i microbirrifici locali resta ancora aperta, bisogna vedere in futuro come si evolverà.