La chiamano birra, ma non è una vera birra: è la root beer una delle bevande più amate negli USA e dalla storia molto particolare.
Se la una birra per essere definita tale deve derivare dalla fermentazione del malto d’orzo aromatizzata e amaricata dalla presenza del luppolo, allora Root Beer non è per niente una birra anche se negli USA la chiamano così.
Questa bevanda ha le caratteristiche visiva di una birra, colore scuro ed intenso; nel versala in un boccale fa la schiuma in superficie, l’aroma e il sapore sono decisi eppure questa bevanda non si produce con il malto e il luppolo bensì con la radice e la corteccia del sassofrasso un arbusto molto diffuso in nord America.
Ancora molto diffusa negli USA, tant’è che la cita anche Snoopy, la root beer ha una storia e un mercato davvero molto particolari.
Root Beer, per una strategia di mercato si è passati dal tè alla birra
Root Beer significa letteralmente birra di radice, ma si tratta di una bevanda gassata e dolcificata, il cui aroma principale era dato dalla presenza del safrolo estratto dalla radice o dalla corteccia del sassofrasso. All’inizio della sua produzione la root beer presentava anche un leggero grado alcolico che però scomparve del tutto durante il periodo del proibizionismo, quando negli USA la vendita e il consumo di alcohol erano illegali.
E sì, perché la root beer è una bevanda dalla storia lunga già più di un secolo. Le prime tracce di questa bevanda si riscontrano già nell’Ottocento quando l’astemio dentista Charles Hires la portò in esposizione alla fiera internazionale dell’indipendenza a Filadelfia. Il nome all’epoca era però root tea cioè tè di radice. Per riuscire a vendere di più e meglio il suo prodotto, Hires decise però di cambiare il nome alla bevanda dandole l’appellativo di beer e cavalcando così l’onda della già pubblicizzata birra analcolica.
Nel Novecento arriva poi l’accoppiata con gli hamburger, con le catene di fast food che la inseriscono nella lista delle bevande in menù. Tra i personaggi di spicco della storia che si sa essere stati bevitori appassionati della Root Beer troviamo i due padri fondatori per eccellenza degli USA il primo presidente George Washington e lo scienziato Benjamin Franklin.
La ricetta cambiata negli anni
La ricetta per la produzione della root beer non è standardizzata, quindi si troveranno marchi che accentuano un sapore invece che un altro, così come ci sono versioni più zuccherine di altre. La cosa fondamentale da sapere però è che nel corso di questo oltre secolo di vita, la root beer ha cambiato del tutto la sua essenza; nel 1960 una serie di studi hanno infatti dimostrato che il safrolo estratto dalla corteccia dell’albero è leggermente canceroso, ragion per cui questo è stato sostituito da aromi artificiali a cui si aggiungono vaniglia, liquirizia, noce moscata, ma anche acero e chiodi di garofano.
Venduta soprattutto in nord America, negli ultimi anni il mercato si è espanso anche all’estero coprendo soprattutto Regno Unito, Filippine e Thailandia. Ma che sapore ha la root beer? Chi l’ha provata conferma che non sa assolutamente di birra e anzi ricorda più una Cola e a tratti quello di un’orzata.