Sono 90 mila i litri di birra che annualmente vengono prodotti dai 4 birrifici artigianali biellesi: un prodotto dal sapore unico, che solo le piccole produzioni riescono a creare. I requisiti obbligatori sono la mancata pastorizzazione (quel processo necessario per la grande distribuzione, che «sterilizza» ai fini della lunga conservazione), la mancanza di filtro (affinché il sapore resti ricco di aromi) e la mancanza di conservanti e altri additivi chimici. Il fatto che sia «artigianale» invece implica una produzione limitata. Ed infatti, dei 4 birrifici, quello che riesce a produrre il maggior quantitativo è «Un Terzo» di Candelo, il cui titolare, Enrico Terzo, riesce a creare 35 mila litri l'anno suddivisi in 7 tipi di birra tutte ad alta fermentazione.
Il birrificio Jeb di Trivero arriva a 25 mila litri annui, «tutti realizzati con acqua di sorgente», specifica la titolare Chiara Baù. Ventimila litri per il birrificio Valle Elvo e 10 mila per il Beerin di Gianni Mazza che, nel suo laboratorio di Portula, crea 5 tipi di birre l'anno più 2 stagionali.
Si tratta di una produzione che molto probabilmente sarà destinata a crescere, dato che gli estimatori sono sempre più numerosi. In tutta Italia ogni anno vengono consumati quasi 180 ettolitri di birra artigianale.
Ma la qualità della produzione biellese si sta iniziando a scoprire anche fuori dai confini regionali. Su 679 birrifici artigianali in tutto il paese (e quasi 4 mila tipi di birre), il «Valle Elvo» è riuscito ad aggiudicarsi il primo premio al concorso «Birre dell'anno» che si è tenuto a Rimini. A vincere è stata la Doppel Bock, una birra a bassa fermentazione, dall'aroma di malto e con un leggero sapore di cioccolato, spezie e caramello.
«Da noi a Graglia si producono 5 tipi di birra – dice il birraio Josif Vezzoli -: oltre alla Doppel abbiamo la Pils, la Waisen (l'unica ad alta fermentazione), la Marzen-Oktober Fest e la Eller Bock. Sono solamente 6 mesi che siamo in attività ed essere già riusciti a conseguire questo premio è una bella soddisfazione. Appena ho lasciato Sirmione per trasferirmi a Graglia ho assaggiato l'acqua della Valle Elvo ed ho subito pensato che un'acqua così fosse da utilizzare in qualche modo: il birrificio è stato il passo successivo».
di Emanuela Bertolone
dal sito La Stampa
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