E' boom della birra trappista, che viene prodotta obbligatoriamente sotto la supervisione dei monaci. Qui siamo nell'abbazia Saint Remy di Rochefort, in Belgio, una delle dieci sedi autorizzate a produrre la 'bionda' con l'etichetta dell'ordine monastico dei cistercensi. Ogni settimana vengono prodotte circa 8mila casse da 24 bottiglie per l'esportazione, ma la richiesta va ben oltre la produzione. Il successo della birra trappista non fa di certo montare la testa ai monaci, la cui regola fondamentale resta "Ora et labora", ovvero prega e lavora.
La bionda sta conoscendo un vero e proprio successo non solo in Belgio, ma anche in Francia e oltreoceano, negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
Il successo deriva in gran parte dalla qualità della birra, caratterizzata da un'alta fermentazione. Ma per avere il marchio di birra trappista occorrono tre condizioni: essere prodotta in una delle abbazie dell'ordine cistercense, con la supervisione dei monaci e una parte dei ricavi deve essere destinata a opere sociali. I monaci di Rochefort destinato un milione di euro all'anno, su un volume di affari di sette milioni, alle famiglie in difficoltà.
Dei 171 monasteri trappisti nel mondo solo dieci producono birra: sei in Belgio, due in Olanda, uno negli Stati Uniti e uno in Austria.
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