Anche in Italia, i produttori di birra sul piede di guerra dopo questa notizia incredibile

I produttori di birra, anche in Italia, non prenderanno sicuramente bene la notizia che sta emergendo in queste ore e che coinvolge un team di scienziati.

produzione di birra
Produzione di birra (Birraebirrerie.it)

La storia della birra ha radici millenarie, se si pensa che la sua presenza è accertata in Mesopotamia e nell’antico Egitto, per cui i cultori del prodotto alcolico non possono prendere sicuramente bene quando sta emergendo in queste ore. Nessuna presa di posizione ufficiale in Italia, ma siamo certi che i produttori di birra accoglieranno con dissenso la ricerca di un team di scienziati che vive in Belgio.

Ovvero nella patria della birra, la nazione che – con ben sei birrifici – ha dato il principale contributo alla nascita dell’associazione internazionale trappista. Nello specifico, il professor Kevin Verstrepen, dell’Università KU Leuven, è a capo di un gruppo di ricercatori che di fatto vuole introdurre l’intelligenza artificiale nel mercato delle birre, per aumentarne la qualità.

L’intelligenza artificiale entra nel mercato della birra: cosa cambia adesso

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Un messaggio dai produttori di birra (Birraebirrerie.it)

Il docente ha evidenziato in un articolo apparso su Nature: “La birra – come la maggior parte dei prodotti alimentari – contiene centinaia di molecole aromatiche diverse che vengono captate dalla nostra lingua e dal nostro naso e il nostro cervello poi le integra in un’unica immagine”. Il suo team ha analizzato la composizione chimica di 250 birre belghe commerciali di 22 stili diversi, con un panel di 16 degustatori.

In tutto, inoltre, sono state prese in considerazione qualcosa come 180mila recensioni da siti specializzati, per provare a capirne di più sui gusti della popolazione in materia di birra. Incrociando tutti i dati a disposizione, il team ha costruito modelli basati sull’apprendimento automatico, ovvero su una forma di intelligenza artificiale, in modo da prevedere il sapore di una birra e il suo apprezzamento, in base alla sua composizione.

Quindi, hanno usato i risultati per migliorare una birra commerciale esistente: dopo le modifiche apportate, in molti hanno migliorato il loro giudizio sulle birre degustate. Secondo chi ha guidato la ricerca, i risultati migliori si vedono sulle birre analcoliche, ma se qualcuno si sta preoccupando che questo lavoro di una certa mole cambierà il mercato della birra forse può stare tranquillo.

Infatti, nel suo intervento in cui spiega i risultati del panel di ricerca, il professor Verstrepen sottolinea che l’abilità dei birrai rimane vitale e giunge a questa conclusione: “I modelli di intelligenza artificiale prevedono i cambiamenti chimici che potrebbero ottimizzare una birra, ma spetta ancora ai birrai far sì che ciò accada a partire dalla ricetta e dai metodi di produzione”. Senza l’uomo, dunque, la birra non si farà mai.

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